Mercoledì sera è mancato il nostro carissimo Don Sergio, Padre Sergio Colombo. Il Parroco della chiesa di un piccolo quartiere di Bergamo dove le nostre figlie vanno a scuola.
Questa mattina sono andata al suo funerale. Era pieno, pieno di persone, di “follower”. Per il vero significato della parola, persone che lo seguono, che lo seguivano.
Preti, colleghi, giovani, adolescenti, bimbi, vecchi, uomini, donne.
La tristezza, il dolore, il vuoto emanava ovunque.
Un vuoto di uno spazio che solo Don Sergio poteva riempire.
Perché?
Perché Don Sergio ISPIRAVA.
Tutti noi abbiamo bisogno di persone che ci ispirino. Quando si pensa a persone che ispirano, di solito nominano leader come i Steve Jobs, Papa Francesco, Roberto Baggio.
Non posso immaginare quante vite Don Sergio ha toccato e quanto ha dato. So solo come ha toccato me nei pochi anni che l’ho conosciuto. Terrò sempre nella mia memoria l’ultimo incontro con lui.
Mentre lui entrava nella casa parrocchiale, corsi per salutarlo e chiedergli come stava. Dopo che mi aggiornò, si fermò, e con un gran bel sorriso appoggiò la sua mano sulla mia spalla e mi chiese, “e tu? Come stai?”. Lo sentì vero, interessato DAVVERO, profondo. Nessuno mi chiede come sto, come lo chiese lui.
Ci vuole davvero poco.
ASCOLTARE ed essere presente con i tuoi interlocutori.
Metterti nello stesso piano. Questo da senso di appartenenza, di sentirti apprezzato e amato.
Tante volte l’ispirazione l’abbiamo in casa.
Tante volte l’ispirazione siamo noi.
Quante vite possiamo arricchire con piccoli gesti? Quante volte che chiedi a qualcuno come sta, ascolti con attenzione la risposta?
Ecco, questo ho promesso oggi a Don Sergio.