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Offri un carrello

Offri un carrello
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Fare la spesa è una cosa che non mi piace molto. Quindi cerco di fare delle cose che mi motivino a farla. Per esempio andare con la mia figlia piccola Carolina nella mezz’ora che ho tra portare la grande alla scuola elementare e lei alla materna, e bere un “cafessito” insieme. O, divertirmi a giocare a “offri un carrello!” Ossia, lascio il mio carrello a qualcuno che sta appena arrivando al parcheggio. Mi affascina vedere le reazioni delle persone. Quasi sempre persone anziane. Top nella lista è la diffidenza….hmmmm…cosa vorrà? Perché lo fa? Poi c’è chi non capisce cosa sto facendo, o chi addirittura si arrabbia!

Oggi, è stata una signora, che faceva fatica a parcheggiare, con un bellissimo cagnolino bianco ed è stata molto contenta del gesto. Diciamo che il finale della mia mezz’ora al supermercato è stato bello. Sono andata via con un sorriso, contenta, ho fatto la spesa, e ho fatto felice una signora che magari un giorno farà lo stesso per un’altra persona.

Mi venne in mente una volta che mi sono offerta di aiutare un homeless a Market Street quando vivevo a San Francisco. Lo ricordo come se fosse successo ieri! Aveva l’odore e aspetto unico degli homeless, sporchi, pieni di cose, pacchetti in mano e sul corpo. Io ero vestita bene perché erano giorni del Furniture Mart (una fiera importante del mobile) dove io avevo uno showroom, avevo delle borse anch’io, faceva freddo e stavo andando a prendere la mia macchina.

L’uomo mi sembrava, facesse tanta fatica a camminare, la strada era molto trafficata, e vedevo che non riusciva a mettersi insieme per attraversare che era evidentemente, al meno per me, quello che voleva fare.

Bene, quando mi avvicinai, molto gentilmente, per offrire di aiutarlo mi mandò, in inglese mooolto americano, quindi ti lascio immaginare, a quel paese e oltre! Sono rimasta ma-li-ssi-mo! Ma ho imparato una lezione importantissima che devo ricordare a me stessa ogni tanto.

Non si può aiutare a chi non vuole essere aiutato.

Come anche, non vale la pena parlare di qualcosa con qualcuno che non è pronto per ascoltarti. O al contrario, chiedi solo quando sei disposto ad ascoltare quello che ti dicono e non rimaner male se non è quello che volevi sentire.

Da quando ho imparato questa lezione, mi sono risparmiata tante discussioni o delusioni inutili.

Quando uno è immerso nel mondo del coaching o counseling a volte nelle conversazioni o momenti più banali della quotidianità gli viene di dare un consiglio che pensa aiuterà, ma se non è stato chiesto, è meglio tacere.

Tante volte il modo migliore per aiutare, è aiutare te stesso, crescere ed essere di esempio.

Ti auguro tante, taaaante, belle cose per il 2012!

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