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Lo zaino di Ermanno

Lo zaino di Ermanno
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Ieri abbiamo festeggiato il compleanno di un amico e persona speciale. Diciamo che è da poco tempo che lo conosco, ma ho un profondo affetto per lui.

Saremo in 8 amici stasera e gli regaliamo una borsa, tipo quelle tracolle fighette che si usano sia per piccole gite, sia per andare in giro in moto per la città.

La idea di regalarle una borsa era nata da una gita fuori porta (termine italianissimo che adoro!) fatta insieme a settembre in cui lui portò uno zaino anni 80, to-tal-men-te passé! Visto che lui e un divo della moda e veste quasi esclusivamente Dior e Balenciaga, lo prendemmo in giro tutto il giorno. E questa mattina mentre facevo la doccia e pensavo che dovevo ricordarmi di mettere il regalo in macchina, mi chiedevo se, avendo questa nuova borsa, butterà la vecchia. E pensavo anche che, sicuramente doveva esserci un motivo per il quale lui aveva ancora quel vecchio e ‘brutto’  zaino!

Sicuramente era diventato un simbolo di qualcosa per lui. E poi, pensando a me e alcune persone che conosco da tanto, abbiamo tutti quella cosa vecchia, magari rotta o fuorissima moda, che non molliamo per nessun motivo!
Il foulard di seta della mamma o nonna che metti al collo quando hai mal di gola e usi per andare a letto, la felpa che hai da vent’anni, il peluche, portachiavi, ciabatte….

E così ho capito, ancora una volta, la fatica che facciamo a lasciare andare delle brutte abitudini, convinzioni, amicizie, compagni di viaggio. Certo, ci affezioniamo, ci abituiamo e quindi lasciare andare fa paura.

Quel pantalone ha già la forma del mio corpo, le ciabatte sono comodissime, non ho voglia di portare giù quella cornice e togliere quella foto per cercare un’altra quindi lascio quella, ho questa amica da anni, non mi da quello che ho bisogno, anzi, mi annoia, ma va bene lo stesso. No, non va bene lo stesso!

C’è un detto in spagnolo, che sicuramente c’è anche in italiano, dice: mejor malo conocido que bueno por conocer. Meglio cattivo conosciuto che buono da conoscere.
Non possiamo continuare a conformarci, ad accettare cose che non vanno più bene per noi. Sì, farà male lasciare andare alcune cose, ma qual è l’alternativa? Cambiare noi per adattarci fino che sia ‘sostenibile’, e poi?

Poi, dopo 5, 10, 30 anni quando ti guarderai in dietro, cosa ti dirai? Cosa ti chiederai? E se avessi fatto questo o quell’altro?

Lascia andare le cose che non senti tue. Quelle che devi tenere perché sono condivise o ‘obbligatorie’, vivile al massimo sapendo che non sono tue ma sono parte di quel momento che stai vivendo, prima o poi passeranno e potrai tornare a vivere le tue.

Buon ponte!

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