
Qual è il senso delle cose che ti capitano?
Qual è il senso della vita?
Questa sono le domande da cui tutti partiamo. I filosofi passavano ore in contemplazione a ragionare su questo.
Qualche settimana fa ho fatto un training a persone carcerate intitolato “Come usare la tua storia per creare il tuo futuro”
Ero agitatissima, più di qualsiasi super azienda in cui fatto training o sessioni. Quello che sentivo era vergogna, provavo vergogna per la mia libertà.
Lo so, quelle persone sono lì per un motivo, ma non riuscivo a fare a meno di pensare a tutti quelli che dovrebbero essere lì e invece non lo sono.
Faccio molta fatica ad immaginare quello che queste persone hanno vissuto, la famiglia che hanno avuto e hanno, gli ambienti che hanno frequentato.
L’ambiente dove cresci condiziona chi sei, questo per me è un concetto fuor di dubbio.
Come sai io credo molto nel fatto che la nostra storia definisca chi siamo oggi e spesso questa storia può essere davvero dolorosa.
Ma per questo va conosciuta, ri-conosciuta e gestita per poter creare il futuro che vorremmo.
Non parlo del punto di vista della superbia o dell’onnipotenza. Ci sono destini che sono tracciati, credo anche in questo.
Ma quale senso diamo al destino che abbiamo?
Ad esempio pensa a due fratelli, uno tossicodipendente e uno di super successo. Hanno avuto la stessa famiglia ma destini diversi.
Ma come possiamo fare per prendere il meglio da quello che la vita ci offre?
Questo è un tema molto complicato e per questo mi sono sentita in colpa per la mia libertà, perché non ho mai provato quella privazione di libertà per poterne parlare.
D’altro canto sono un’idealista e ci sono tante storie di riscatto.
Viktor Frankl su questo argomento ha scritto “Alla Ricerca di un Significato della Vita”.
In sintesi Frankl dice che se uno ha un perché abbastanza grande riesce ad avere la motivazione giusta. Concetto alla base del famoso “purpose” del quale si parla tanto e ci si lavora tanto nell’ambito anche aziendale.
Questo spiega la differenza tra i fratelli, che nonostante la stessa famiglia di origine hanno avuto vite totalmente diverse. In questo caso è la motivazione ad aver spinto la vita di un fratello in una direzione rispetto ad un’altra.
Ti starai chiedendo com’è andata alla fine il mio workshop in carcere.
Benissimo, sono stati super entusiasti di ragionare su domande diverse, di raccontarsi, avevano una gran voglia di far uscire alcune cose che pesavano da anni.
Ho confermato per l’ennesima volta quanto alle persone piaccia raccontarsi e confrontarsi quando si è in un ambiente di empatia e sicuro. Ho confermato che fino a quando non conosciamo e riconosciamo la nostra storia, è più faticoso dare un senso alle cose che ci capitano. Solo allora uno riesce a prendersi la piena responsabilità delle proprie azioni e quello che vogliamo lasciare alla comunità che ci circonda. Quanto spero che il sistema riesca a sostenere queste persone per poter ricrearsi una vita!